Documento senza titolo

3a edizione
2011

Anteprima
2009

1a edizione
Luglio - Agosto 2007

Documento senza titolo
Le Sezioni

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 Contaminazioni
 Vicinanze
Sede Espositiva
Aieta
Palazzo Rinascimentale
Gli Artisti
Ken Damy
Renato Corsini
Maurizio Frullani
Seamus Murphy
Sándor Dobos
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Prabuddha Das Guphta
Sede Espositiva
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Gli Artisti
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Gli Artisti
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Palazzo Ducale
Gli Artisti
Atelier du Faux Semblant
Sede Espositiva
Santa Domenica Talao
Gli Artisti
Ken Damy
Sede Espositiva
Maierà
Gli Artisti
Not for all n° 3
Sandor DOBOS


Le immagini di Sándor Dobos sono immagini avvolgenti – cioè tagli adatti alla creazione di queste immagini – nonostante l’esigenza di raggio visuale a 30 gradi come nelle immagini panoramiche in generale. L’invenzione di Sándor Dobos è quella di comprimere orizzontalmente la visione, correggendone la proporzione laterale.
Tuttavia, limitarsi al solo aspetto tecnico per descrivere il lavoro dell’auotre risulterebbe limitativo, in quanto la creatività di Sándor Dobos sta soprattutto nel fatto che l’artista trova dei luoghi che dopo essere stati trasformati in fotografie panoramiche non si decompongono, ma diventano composizioni integre. Nel suo caso dunque non si tratta solo di una semplice applicazione del metodo della “tecnica” della fotografia panoramica, bensì di una ricerca del luogo adatto al risultato. La trasformazione funziona quando è possibile immaginare che cosa devo fotografare se so quale sarà il risultato che otterrò.
In quest’ottica, è interessante che Sándor Dobos prima di tutto guardi luoghi, paesi ed aree di città abitati dall’uomo, le cui atmosfere, anche nella loro forma di immagine panoramica, dimostrano una precisa ricerca. Queste atmosfere vengono ritrovate nelle loro forme diverse da quelle originali, create dall’immagine sofisticata dalla distorsione. Il paesaggio e l’uomo si penetrano e si formano l’uno con l’altro. La macchina fotografica gira nel paesaggio come fosse una favola complessa; le proiezioni verticali e le forme espressive che ci fanno ricordare El Greco, così come le eccitanti curve dell’orizzonte, ci guidano alla ricerca costante della bellezza dei luoghi montuosi, anche quelli dove il paesaggio è di superficie tormentata, erosi e crudeli, privi di ogni qualità che possa servire alla vita delle piante, degli animali e dell’uomo.
Sándor Dobos ha dimostrato con le sue immagini che la fotografia panoramica (e il suo equivalente computerizzato) si adatta anche all’espressione artistica. Personalmente, guardando il suo lavoro ho realizzato che “la fotografia panoramica” è molto più che la creazione di immagini panoramiche su una striscia di foglio lunga e stretta. La rotazione naturale della macchina fotografica panoramica è talmente lontana dalla qualità istantanea, che riesce a proiettare una traccia del tempo “dentro la fotografia” senza trasformarla in caricatura.

Péter Tímár

Biografia
Sandor Dobos, artista nato in Transilvania nel 1931 e laureato in chimica all’Università di Budapest, ha lavorato come ricercatore per molte importanti Università. Contemporaneamente, svolgeva studi di pittura e disegno in diverse scuole, organizzando a Budapest numerose esibizioni di artisti d’avanguardia. Nel 2000 comincia ad appassionarsi alla fotografia e a partecipare a diverse esibizioni collettive e pubblicazioni sul periodico “FotoVideo Magazin”.

Attualmente lavora a numerosi progetti, come la realizzazione di fotografie panoramiche di paesaggi italiani e spagnoli (Puglia, Basilicata e Andalusia) e un album scritto in due lingue per la “Hungarian House of Photography” dal titolo “Racconti Mediterranei”, che comprende un centinaio di fotografie panoramiche.



Sandor Dobos’s pictures enclose the observer – i.e. they are cuts serving the purpose to create these images – despite the need for a 30 degree visual angle, just like in panoramic photography in general. Sándor Dobos’s invention is to horizontally compress the visual space and then adjust the side proportion.
Describing the work of the author by simply focusing on technical aspects, though, would be far from exhaustive, as the creativity of Sándor Dobos lies primarily in his ability to find out places that, once transformed into panoramic images, do not break up into fragments, but become integral creations. He is therefore not merely applying the “technique” of panoramic photography, but strenuously looking for the best place to achieve the result. The transformation comes true if I can imagine what I am going to shoot and figure out the result I will get.
From this perspective, it is interesting to notice that Sándor Dobos mainly looks at places, villages and city areas inhabited by man and whose atmospheres are evidence of a focussed research work, even when they are turned into panoramic shaped images. These atmospheres are found in shapes that are different from the original, as they stem from an image that has been sophisticated by a distortion. Landscape and human beings merge and combine, blending into a whole. The camera revolves around the landscape as in a tangled tale. Vertical projections and expressive forms recall the style of El Greco, while the exciting curves of the horizon lead us to constantly search for the beauty of mountain areas, even those characterized by a tormented surface, those eroded and cruel landscapes where men, animals and plants could not possibly survive.
Thanks to his pictures, Sándor Dobos has demonstrated that swing-lens panoramic photography (and its computer-based equivalent) can serve artistic expression. By looking at Dobos’s work, I personally realized that “panoramic photography” is much more than just a creation of panoramic pictures on a long and narrow strip of paper. The natural revolving of the panoramic camera is far from the instant quality, so much that it even leaves a trace of time “inside the picture”, without turning it into a caricature.

Péter Tímár

Biography

The artist Sandor Dobos was born in Transylvania in 1931 and graduated in Chemistry from the University of Budapest. He worked as a Research Fellow for various important Universities, while also studying painting and drawing in different schools and organizing numerous exhibitions of avant-garde artists in Budapest. In 2000, he started to develop a passion for photography and to take part in various collective exhibitions as well as publications on the “FotoVideo Magazin”.

He is currently working at various projects like the creation of panoramic pictures of Italian and Spanish landscapes (Apulia, Basilicata and Andalusia) and an album in two languages for the “Hungarian House of Photography” titled “Racconti Mediterranei”, which includes about one hundred panoramic pictures.