Le immagini di Sándor Dobos sono immagini avvolgenti
– cioè tagli adatti alla creazione di
queste immagini – nonostante l’esigenza
di raggio visuale a 30 gradi come nelle immagini panoramiche
in generale. L’invenzione di Sándor Dobos
è quella di comprimere orizzontalmente la visione,
correggendone la proporzione laterale.
Tuttavia, limitarsi al solo aspetto tecnico per descrivere
il lavoro dell’auotre risulterebbe limitativo,
in quanto la creatività di Sándor Dobos
sta soprattutto nel fatto che l’artista trova
dei luoghi che dopo essere stati trasformati in fotografie
panoramiche non si decompongono, ma diventano composizioni
integre. Nel suo caso dunque non si tratta solo di
una semplice applicazione del metodo della “tecnica”
della fotografia panoramica, bensì di una ricerca
del luogo adatto al risultato. La trasformazione funziona
quando è possibile immaginare che cosa devo
fotografare se so quale sarà il risultato che
otterrò.
In quest’ottica, è interessante che Sándor
Dobos prima di tutto guardi luoghi, paesi ed aree
di città abitati dall’uomo, le cui atmosfere,
anche nella loro forma di immagine panoramica, dimostrano
una precisa ricerca. Queste atmosfere vengono ritrovate
nelle loro forme diverse da quelle originali, create
dall’immagine sofisticata dalla distorsione.
Il paesaggio e l’uomo si penetrano e si formano
l’uno con l’altro. La macchina fotografica
gira nel paesaggio come fosse una favola complessa;
le proiezioni verticali e le forme espressive che
ci fanno ricordare El Greco, così come le eccitanti
curve dell’orizzonte, ci guidano alla ricerca
costante della bellezza dei luoghi montuosi, anche
quelli dove il paesaggio è di superficie tormentata,
erosi e crudeli, privi di ogni qualità che
possa servire alla vita delle piante, degli animali
e dell’uomo.
Sándor Dobos ha dimostrato con le sue immagini
che la fotografia panoramica (e il suo equivalente
computerizzato) si adatta anche all’espressione
artistica. Personalmente, guardando il suo lavoro
ho realizzato che “la fotografia panoramica”
è molto più che la creazione di immagini
panoramiche su una striscia di foglio lunga e stretta.
La rotazione naturale della macchina fotografica panoramica
è talmente lontana dalla qualità istantanea,
che riesce a proiettare una traccia del tempo “dentro
la fotografia” senza trasformarla in caricatura.
Péter Tímár
Biografia Sandor Dobos, artista nato
in Transilvania nel 1931 e laureato in chimica all’Università
di Budapest, ha lavorato come ricercatore per molte
importanti Università. Contemporaneamente,
svolgeva studi di pittura e disegno in diverse scuole,
organizzando a Budapest numerose esibizioni di artisti
d’avanguardia. Nel 2000 comincia ad appassionarsi
alla fotografia e a partecipare a diverse esibizioni
collettive e pubblicazioni sul periodico “FotoVideo
Magazin”.
Attualmente lavora a numerosi progetti, come la realizzazione
di fotografie panoramiche di paesaggi italiani e spagnoli
(Puglia, Basilicata e Andalusia) e un album scritto
in due lingue per la “Hungarian House of Photography”
dal titolo “Racconti Mediterranei”, che
comprende un centinaio di fotografie panoramiche.
Sandor Dobos’s pictures enclose the observer
– i.e. they are cuts serving the purpose to
create these images – despite the need for a
30 degree visual angle, just like in panoramic photography
in general. Sándor Dobos’s invention
is to horizontally compress the visual space and then
adjust the side proportion.
Describing the work of the author by simply focusing
on technical aspects, though, would be far from exhaustive,
as the creativity of Sándor Dobos lies primarily
in his ability to find out places that, once transformed
into panoramic images, do not break up into fragments,
but become integral creations. He is therefore not
merely applying the “technique” of panoramic
photography, but strenuously looking for the best
place to achieve the result. The transformation comes
true if I can imagine what I am going to shoot and
figure out the result I will get.
From this perspective, it is interesting to notice
that Sándor Dobos mainly looks at places, villages
and city areas inhabited by man and whose atmospheres
are evidence of a focussed research work, even when
they are turned into panoramic shaped images. These
atmospheres are found in shapes that are different
from the original, as they stem from an image that
has been sophisticated by a distortion. Landscape
and human beings merge and combine, blending into
a whole. The camera revolves around the landscape
as in a tangled tale. Vertical projections and expressive
forms recall the style of El Greco, while the exciting
curves of the horizon lead us to constantly search
for the beauty of mountain areas, even those characterized
by a tormented surface, those eroded and cruel landscapes
where men, animals and plants could not possibly survive.
Thanks to his pictures, Sándor Dobos has demonstrated
that swing-lens panoramic photography (and its computer-based
equivalent) can serve artistic expression. By looking
at Dobos’s work, I personally realized that
“panoramic photography” is much more than
just a creation of panoramic pictures on a long and
narrow strip of paper. The natural revolving of the
panoramic camera is far from the instant quality,
so much that it even leaves a trace of time “inside
the picture”, without turning it into a caricature.
Péter Tímár
Biography
The artist Sandor Dobos was born
in Transylvania in 1931 and graduated in Chemistry
from the University of Budapest. He worked as a Research
Fellow for various important Universities, while also
studying painting and drawing in different schools
and organizing numerous exhibitions of avant-garde
artists in Budapest. In 2000, he started to develop
a passion for photography and to take part in various
collective exhibitions as well as publications on
the “FotoVideo Magazin”.
He is currently working at various projects like
the creation of panoramic pictures of Italian and
Spanish landscapes (Apulia, Basilicata and Andalusia)
and an album in two languages for the “Hungarian
House of Photography” titled “Racconti
Mediterranei”, which includes about one hundred
panoramic pictures.